E se un mostro gigante ottenesse una carica ufficiale del governo? Non stiamo parlando di una metafora. Nel 2015, Godzilla è stato nominato “ambasciatore del turismo” del quartiere di Shinjuku, a Tokyo. Un icona della distruzione che ora promuove viaggi. Sì, è davvero accaduto — e non è l'unico caso.
Il Giappone ha un talento unico per trasformare personaggi fittizi, mascotte eccentriche e persino oggetti inanimati in cittadini simbolici. Potrebbe sembrare un'esagerazione, ma c'è una logica in questo. Il paese domina come nessun altro l'arte della personificazione culturale, e i “cittadini onorari” più strani ne sono la prova.
Se pensi sia strano vedere Godzilla come autorità pubblica, aspetta di scoprire chi altro ha già ottenuto un titolo ufficiale nell'arcipelago.

Indice dei Contenuti
Godzilla: dal caos alla tessera funzionale
Nel 2015, il quartiere di Shinjuku ha deciso di nominare ufficialmente Godzilla come il suo “Ambasciatore del Turismo”. Non è uno scherzo. È stato consegnato un certificato, con data di nomina e giustificazione formale. Il motivo? Godzilla è parte dell'immaginario collettivo della regione. La Toho Studios, produttrice originale dei film, ha sede lì, e la testa del mostro è stata installata in cima all'edificio del Toho Cinemas Kabukicho.
La nomina è stata anche una mossa di marketing intelligente. L'immagine di Godzilla ha cominciato a comparire su materiali turistici e turisti da tutto il mondo hanno iniziato a visitare il luogo per vedere la famosa statua — che emette anche ruggiti a orari specifici.
Ti immagini di usare un mostro per attrarre turismo? Ebbene sì. Shinjuku ha fatto esattamente questo, e ha funzionato.

Yuru-Chara: mascotte con badge e stipendio
Se hai già visto un mascotte giapponese in posa a eventi locali, ci sono buone probabilità che tu sia di fronte a un yuru-chara. Sono personaggi creati dai governi regionali per rappresentare città, province o anche uffici pubblici.
Il più famoso di loro forse è Kumamon, la mascotte della provincia di Kumamoto. Creato nel 2010, Kumamon è diventato un fenomeno nazionale — e internazionale. Ha ricevuto il titolo di "Direttore Vendite e Manager della Felicità" della provincia. Il compito? Promuovere il turismo e i prodotti locali. Con successo: l'economia della regione è cresciuta e la mascotte ha guadagnato miliardi di yen in licenze.
Un altro esempio inusuale è Funassyi, una “pera aliena” non ufficiale della città di Funabashi. Anche senza il o iniziale del governo locale, ha conquistato tale popolarità da diventare una presenza fissa nei programmi TV, ha ottenuto il suo anime e alla fine è stato riconosciuto come rappresentante culturale della città.
Non è un'esagerazione dire che alcuni di questi mascotte hanno più potere di influenza di veri politici.

Doraemon, Totoro e altri ambasciatori dell'impossibile
La nomina di personaggi famosi non si ferma ai mascotte. Nel 2008, il Ministero degli Affari Esteri nominò Doraemon come "Ambasciatore di Anime". L'obiettivo era promuovere la cultura pop giapponese come strumento diplomatico. Missione data, missione compiuta: il personaggio partecipò a eventi internazionali, video promozionali ed è stato un elemento chiave nei progetti culturali della diplomazia giapponese.
Totoro, lo spirito della foresta creato da Hayao Miyazaki, anche se non è mai stato formalmente nominato, è considerato un simbolo protettore in diverse comunità rurali. Alcune aree hanno installato statue del personaggio come se fossero totem sacri. Per molti abitanti, Totoro rappresenta lo spirito del luogo e la preservazione ambientale.
Questi personaggi non solo intrattengono, ma rappresentano ideali. E il Giappone sa usare questo a suo favore.

Quando gli oggetti diventano cittadini
Se pensi che solo i personaggi guadagnano titoli, preparati. In Giappone, anche gli oggetti possono diventare figure pubbliche.
- Il treno Hayabusa, della linea Shinkansen, ha ricevuto il titolo simbolico di "ambasciatore della tecnologia".
- Le spade cerimoniali dei templi sono state denominate "tesori viventi" con uno status quasi umano.
- I robot, come il famoso Pepper, hanno già svolto il ruolo di "receptionist ufficiali" in uffici turistici e banche.
Queste nomine mescolano reverenza tecnologica con valori culturali antichi, come il shintoismo, dove oggetti (inclusi attrezzi) possono contenere spiriti (kami). Il confine tra il funzionale e il simbolico è molto più flessibile in Giappone.

Perché il Giappone fa questo?
Non è solo marketing o eccentricità. C'è una logica culturale profonda. La pratica di personificare — siano mascotte, mostri o oggetti — è radicata nel modo in cui i giapponesi vedono il mondo. Nello shintoismo, tutto può avere un'anima. Questo concetto si traduce, oggi, nel modo in cui governi e aziende creano rappresentazioni visive per stabilire una connessione emotiva con le persone.
Inoltre, usare personaggi permette che messaggi pubblici — come l'educazione ambientale, il turismo o la prevenzione dei disastri — vengano trasmessi in modo più amichevole. I bambini prestano attenzione. Gli adulti sorridono. I visitatori stranieri condividono sui social media.
È un modo moderno di far vivere la cultura nella quotidianità.
Allora... chi nomineresti?
Riesci a immaginare la tua città adottare un personaggio come cittadino onorario? Forse una mascotte locale, un artista famoso, o — perché no? — un personaggio che rappresenti lo spirito del luogo. In Giappone, questo non solo accade ma ha anche successo. Attira turisti, rinforza il senso di identità e avvicina le persone alla cultura.
Ciò che sembra strano a prima vista, in realtà, è uno strumento potente. Mescola carisma con tradizione, intrattenimento con diplomazia. E più di tutto, ci fa ricordare che anche i simboli hanno una voce.
Non avere paura di pensare fuori dagli schemi. A volte, è proprio nell'assurdo che risiede la genialità.